Da pochi giorni sono finalmente finiti gli esami di Stato che verranno ricordati per la gaffe che il Ministero dell’Istruzione ha commesso nella redazione della traccia di italiano. La poesia “Ossi di seppia” sarebbe presa a spunto per sottolineare "il ruolo salvifico e consolatorio svolto dalla figura femminile", ma gli esperti la ritengono dedicata a un ballerino russo e dunque un uomo.
Ma messa da parte questa piccola parentesi circa mezzo milione di studenti italiani hanno affrontato l’ultimo traguardo che li vede allontanarsi dalla scuola dell’obbligo ed avvicinarsi al mondo del lavoro o alla difficile scelta del corso universitario da frequentare negli anni successivi.
La scelta si diceva è difficile, in seguito alla riforma universitaria del 1999, e l’istituzione della formula 3+2 e delle ormai famose lauree brevi si sono moltiplicati i corsi di laurea.
C'è il corso di studio in "Scienze sociali per lo sviluppo e la pace" e quello che specializza nella "schedatura del verde urbano". C'è la laurea che prepara in "Turismo alpino" e quella che educa alla "Teoria delle forme". Ci sono studenti che dovrebbero applicarsi allo studio di "Scienze equine" con tanto di corsi di equitazione in centri convenzionati. E corsi di laurea che promettono di formare in "Tecnologie del fitness".
Ma le lauree brevi hanno portato un effettivo miglioramento rispetto al vecchio sistema universitario? Siamo proprio sicuri che sia questa la strada giusta da seguire per l’Università italiana? È diventato realmente più semplice per i “dottorini” (i laureati dopo 3 anni) entrare da subito nel mondo del lavoro?
Come si vede tante sono le domande a cui bisogna dare una risposta, lo facciamo con l’aiuto dell’indagine 2007 sul profilo occupazionale dei laureati sviluppata da AlmaLaurea, il consorzio che riunisce quasi tutte le università del Paese.
Ripartiamo dunque dalle domande che ci eravamo posti. A nove anni dalla riforma universitaria, la "laurea breve" ha mantenuto le sue promesse?
Alcune, senz’altro: la riforma universitaria, introdotta con il decreto ministeriale 509 del 1999, è entrata a regime nell'anno accademico 2001/02. Cosa prevede? Un corso di laurea triennale, terminato il quale, lo studente può proseguire per altri due anni e ottenere la laurea specialistica. Obiettivo della riforma abbassare l'età dei laureati (28/30 anni, rispetto a una media Ue di 21), limitare i fuori-corso e porre un freno all'abbandono anticipato degli studi.
Obiettivo in gran parte centrato. Nell'anno accademico 2007/2008 gli iscritti ai corsi di laurea triennale sono stati un milione e 137mila: un dato pressoché stabile nel corso degli anni. Gli studenti sono in maggioranza donne (622mila), concentrati per lo più nel Nord Italia (circa 440mila studenti). Sono diminuiti poi coloro che abbandonano gli studi, tra il primo e il secondo anno lo ha fatto il 12,6% nel 2006/07 (erano oltre il 20% nell'anno accademico 2004/05). E ancora: oltre uno studente su tre (il 34,8%) si laurea regolarmente, mentre il 40,6% si laurea con solo un anno di ritardo. Anche qui la laurea breve sembra aver davvero funzionato, se si pensa che prima della riforma del '99 gli studenti in regola con i corsi erano meno del 10%.
Ma veniamo adesso alle note dolenti. Ciò che è mancato è una piena armonizzazione tra università e mondo del lavoro. Basta guardare i numeri: secondo l'indagine AlmaLaurea 2007 effettuata su 45 università italiane oltre il 63% degli studenti, terminati i tre anni, decide di iscriversi alla laurea specialistica. Solo così, infatti, può accedere a tutti gli albi professionali, partecipare ai concorsi pubblici ed essere preso in considerazione da ogni azienda. Tra chi si accontenta della laurea breve, solo il 27,4% trova lavoro, il 10% è disoccupato.
Grandi differenze si registrano poi tra i diversi corsi di laurea. Le aree più critiche? I laureati triennali in geologia che per esercitare hanno bisogno del titolo di secondo livello. Gli psicologi, che senza la specialistica non possono iscriversi all'albo. I laureati in lettere, che senza il biennio non possono insegnare. Gli ingegneri, anche se per loro è previsto un albo differenziato tra lauree brevi e specialistiche. Vi è poi il caso di Medicina, con un boom di "laureati brevi" che lavorano: ben il 94,1%. «Ma attenzione - avverte Andrea Cammelli, docente a Bologna e direttore del consorzio AlmaLaurea - in questo caso parliamo dei laureati nelle professioni sanitarie, diversi dunque dai medici tradizionali: sono per lo più persone con diplomi sanitari già acquisiti e che già lavoravano». Cammelli invita comunque alla cautela, perché «siamo di fronte a un'indagine solo a un anno dalla laurea, per questo non è facile fotografare la vera risposta del mondo del lavoro alle lauree brevi». E poi, «non va dimenticato che la riforma ha aumentato il numero degli studenti regolari e diminuito gli abbandoni, peccato solo che abbia anche drasticamente ridotto le esperienze di studio all'estero».
Facendo quindi un bilancio della situazione se è vero che la riforma ha avuto successo per quanto riguarda la percentuale degli abbandoni e l’abbassamento dell’età dei laureati, lo stesso non si può dire però per l’ingresso nel mondo del lavoro dei neo-dottori. È questo il nodo davvero cruciale. Se non si garantisce una reale integrazione tra università ed aziende del lavoro a cosa serve laurearsi in fretta se poi si deve perdere altro tempo posteggiati in bar, ristoranti o call center nell’attesa che il lavoro per cui si è studiato arrivi? Questo è la vera urgenza a cui una riforma universitaria dovrebbe mettere mano.
Alla fine di queste pagine ancora tanti, troppi, punti interrogativi…e non ci resta che concludere con: ai posteri l’ardua sentenza!
lunedì 23 giugno 2008
sabato 21 giugno 2008
Fenomeno immigrazione: a Perugia si è scelto il dialogo e la partecipazione
Grande attenzione viene data da qualche tempo in Italia al fenomeno dell’immigrazione di persone provenienti dai paesi extra-europei. Le cronache di tutti i giorni ci parlano di stranieri che delinquono, che sono invischiati in traffici poco leciti, si è venuta a creare una sorta di psicosi collettiva che di certo non aiuta a migliorare la situazione.
Sembra quasi che tutti gli stranieri presenti sul territorio italiano siano persone che vengano “da noi” con l’intenzione di creare problemi.
La realtà è che se è sotto gli occhi di tutti che ci sono sacche di criminalità diffusa tra gli stranieri e pur sempre vero che la stragrande maggioranza degli immigrati che hanno scelto l’Italia, per le più svariate ragioni, come patria adottiva lavora e fa sacrifici per riuscire ad integrarsi in un Paese che gli offre la possibilità di migliorare le proprie condizioni di vita a differenza del proprio Paese d’origine.
Mentre il governo centrale, con il cosiddetto pacchetto sicurezza, sta cercando di mettere mano ad una questione che è avvertita, oggi, come di massima importanza, a Perugia da qualche anno si è imboccata la strada dell’integrazione degli immigrati per mezzo del coinvolgimento e la partecipazione alla vita politico-sociale della città.
Sono circa 80mila gli immigrati regolari che, secondo le stime dell’ultimo Dossier Caritas/Migrantes, vivono in Umbria, quasi il 9 per cento della popolazione totale, il 2,7 per cento in più rispetto al dato nazionale.
Proprio per rispondere alle problematiche che emergono alla luce di questa massiccia presenza di stranieri, da circa un anno e mezzo, il Comune di Perugia, grazie anche all’aiuto della diverse comunità di stranieri presenti sul territorio, ha istituito la “Consulta cittadina per la rappresentanza delle Comunità straniere”.
La Consulta con sede nel centro storico di Perugia in via Imbriani 2, il cui presidente è il marocchino Mustapha El Azzab, nata il 9 settembre 2006, come si legge nel regolamento della stessa, “ha come finalità l’informazione e il coordinamento delle realtà cittadine attive nel settore; la funzione consultiva in quanto sede privilegiata di confronto tra Comune e società civile; la funzione propositiva in quanto partecipa attivamente alla definizione delle strategie, priorità, obiettivi e strumenti attuativi relativi ai programmi di contenuto multietnico e interculturale dell’intera amministrazione”.
La Consulta è un atto di fiducia nel dialogo, nella convivenza civile e nell’arricchimento delle reciproche esperienze, nella possibilità di una crescita comune, in una realtà come quella perugina che in futuro sarà naturalmente diversa da quella che abbiamo conosciuto fin ora.
Il passo successivo è stata l’iniziativa, promossa sempre dal Comune, di inserire all’interno del Consiglio Comunale due consiglieri aggiunti, eletti tra la comunità di stranieri residenti nel territorio perugino.
L’ivoriano Gosse Fran Henri e l’ecuadoriano Ortiz Munoz Wilson Anibal, eletti il 13 maggio 2007, lavorano tuttora all’interno del Consiglio Comunale, e nonostante i tanti problemi che hanno dovuto affrontare dal momento del loro insediamento, cercano di far conoscere meglio e di proporre le strategie da adottare in merito alla questione immigrazione.
I due consiglieri proseguono quindi il lavoro fatto fino ad ora con la stretta collaborazione della Consulta i cui membri, con entusiasmo e partecipazione, cercano di portare a compimento le finalità che questa si è prefissa.
Un importante strumento che in questi mesi la Consulta degli stranieri, sta portando a termine è la creazione di un periodico informativo che si basa sull’entusiasmo di tutte quelle donne e quegli uomini che riunendosi in una grande comunità multiculturale sentono l’esigenza di far sentire la propria voce, di aiutare gli immigrati che sono presenti o che arriveranno a Perugia ma, che prende spunto, anche, dall’esigenza di queste persone provenienti dai più disparati Paesi del mondo di farsi conoscere dal cittadino perugino, di stabilire con esso un rapporto di fiducia che finora è spesso mancato. Un giornale che si rivolgerà quindi non solo agli stranieri ma anche ai cittadini italiani per favorire la costruzione di una società fondata sul rispetto e la tolleranza delle diversità in gioco.
La linea seguita fino ad oggi da Perugia sembra quella giusta anche se non sempre o non ancora ha fornito le risposte adatte a tutte le problematiche presenti nel territorio. Ma solo attraverso dialogo e partecipazione alla vita politico-sociale di una comunità si può cercare di coinvolgere i cittadini, siano essi italiani o stranieri in questo non c’è nessuna differenza, alla vita pubblica ed al rispetto della società di cui si fa parte.
Restiamo comunque in attesa dei provvedimenti che il Parlamento attuerà in materia, sperando che le nuove norme riescano a fornire soluzioni valide e reali ad un questione così complessa.
Box informativo
Consulta cittadina per la rappresentanza delle Comunità straniere
Sede: via Imbriani, 2
Presidente: Mustapha El Azzab
Telefono: 075.5735569
E-mail: consultaimmigrazioneperugia@hotmail.it
Link utili
www.immigrazioneinumbria.it
www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/temi/immigrazione
www.italia.gov.it
www.stranieriinitalia.it
Sembra quasi che tutti gli stranieri presenti sul territorio italiano siano persone che vengano “da noi” con l’intenzione di creare problemi.
La realtà è che se è sotto gli occhi di tutti che ci sono sacche di criminalità diffusa tra gli stranieri e pur sempre vero che la stragrande maggioranza degli immigrati che hanno scelto l’Italia, per le più svariate ragioni, come patria adottiva lavora e fa sacrifici per riuscire ad integrarsi in un Paese che gli offre la possibilità di migliorare le proprie condizioni di vita a differenza del proprio Paese d’origine.
Mentre il governo centrale, con il cosiddetto pacchetto sicurezza, sta cercando di mettere mano ad una questione che è avvertita, oggi, come di massima importanza, a Perugia da qualche anno si è imboccata la strada dell’integrazione degli immigrati per mezzo del coinvolgimento e la partecipazione alla vita politico-sociale della città.
Sono circa 80mila gli immigrati regolari che, secondo le stime dell’ultimo Dossier Caritas/Migrantes, vivono in Umbria, quasi il 9 per cento della popolazione totale, il 2,7 per cento in più rispetto al dato nazionale.
Proprio per rispondere alle problematiche che emergono alla luce di questa massiccia presenza di stranieri, da circa un anno e mezzo, il Comune di Perugia, grazie anche all’aiuto della diverse comunità di stranieri presenti sul territorio, ha istituito la “Consulta cittadina per la rappresentanza delle Comunità straniere”.
La Consulta con sede nel centro storico di Perugia in via Imbriani 2, il cui presidente è il marocchino Mustapha El Azzab, nata il 9 settembre 2006, come si legge nel regolamento della stessa, “ha come finalità l’informazione e il coordinamento delle realtà cittadine attive nel settore; la funzione consultiva in quanto sede privilegiata di confronto tra Comune e società civile; la funzione propositiva in quanto partecipa attivamente alla definizione delle strategie, priorità, obiettivi e strumenti attuativi relativi ai programmi di contenuto multietnico e interculturale dell’intera amministrazione”.
La Consulta è un atto di fiducia nel dialogo, nella convivenza civile e nell’arricchimento delle reciproche esperienze, nella possibilità di una crescita comune, in una realtà come quella perugina che in futuro sarà naturalmente diversa da quella che abbiamo conosciuto fin ora.
Il passo successivo è stata l’iniziativa, promossa sempre dal Comune, di inserire all’interno del Consiglio Comunale due consiglieri aggiunti, eletti tra la comunità di stranieri residenti nel territorio perugino.
L’ivoriano Gosse Fran Henri e l’ecuadoriano Ortiz Munoz Wilson Anibal, eletti il 13 maggio 2007, lavorano tuttora all’interno del Consiglio Comunale, e nonostante i tanti problemi che hanno dovuto affrontare dal momento del loro insediamento, cercano di far conoscere meglio e di proporre le strategie da adottare in merito alla questione immigrazione.
I due consiglieri proseguono quindi il lavoro fatto fino ad ora con la stretta collaborazione della Consulta i cui membri, con entusiasmo e partecipazione, cercano di portare a compimento le finalità che questa si è prefissa.
Un importante strumento che in questi mesi la Consulta degli stranieri, sta portando a termine è la creazione di un periodico informativo che si basa sull’entusiasmo di tutte quelle donne e quegli uomini che riunendosi in una grande comunità multiculturale sentono l’esigenza di far sentire la propria voce, di aiutare gli immigrati che sono presenti o che arriveranno a Perugia ma, che prende spunto, anche, dall’esigenza di queste persone provenienti dai più disparati Paesi del mondo di farsi conoscere dal cittadino perugino, di stabilire con esso un rapporto di fiducia che finora è spesso mancato. Un giornale che si rivolgerà quindi non solo agli stranieri ma anche ai cittadini italiani per favorire la costruzione di una società fondata sul rispetto e la tolleranza delle diversità in gioco.
La linea seguita fino ad oggi da Perugia sembra quella giusta anche se non sempre o non ancora ha fornito le risposte adatte a tutte le problematiche presenti nel territorio. Ma solo attraverso dialogo e partecipazione alla vita politico-sociale di una comunità si può cercare di coinvolgere i cittadini, siano essi italiani o stranieri in questo non c’è nessuna differenza, alla vita pubblica ed al rispetto della società di cui si fa parte.
Restiamo comunque in attesa dei provvedimenti che il Parlamento attuerà in materia, sperando che le nuove norme riescano a fornire soluzioni valide e reali ad un questione così complessa.
Box informativo
Consulta cittadina per la rappresentanza delle Comunità straniere
Sede: via Imbriani, 2
Presidente: Mustapha El Azzab
Telefono: 075.5735569
E-mail: consultaimmigrazioneperugia@hotmail.it
Link utili
www.immigrazioneinumbria.it
www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/temi/immigrazione
www.italia.gov.it
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venerdì 20 giugno 2008
Tra cielo ed acqua: le emozioni del kitesurf
Li chiamano sport estremi, ma il pericolo è solo una componente calcolata di queste discipline. Si praticano in mare, al lago, sospesi a dieci metri d'altezza o su uno scafo lanciato a velocità. Oppure in montagna, appesi mani e piedi a una parete scoscesa.
Assicurano intense scariche di adrenalina, ma restano accessibili a tutti. Rischi? Per gli appassionati è molto più pericoloso giocare a calcetto. Basta seguire un corso di preparazione e conoscere i propri limiti.
Lo sport del momento è il kitesurf.
Deriva dal windsurf, ma a differenza del primo non utilizza una vela per spostarsi sull'acqua, ma un aquilone, il kite appunto.
Come nel windsurf si cavalca una tavola sullo specchio d’acqua e si riesce a praticarlo anche senza onde.
Nato appena dieci anni fa alle isole Hawaii, pur non raggiungendo ancora in Italia una grande popolarità, ha conosciuto ultimamente uno sviluppo formidabile.
Il kitesurf ti permette di planare sull’acqua, di eseguire manovre in volo o di surfare sulle onde.
Già con pochi nodi di vento (le condizioni minime sono intorno ai 10-12 nodi) si possono fare i primi bordi mentre con venti superiori (fino ai 30 nodi) si possono eseguire dei voli spettacolari.
Naturalmente a seconda dell’intensità del vento variano le dimensioni del kite, più nodi di vento ci sono meno ampio sarà l’aquilone.
Prima di iniziare la pratica è obbligatorio seguire un corso che fornisca tutte le basi per utilizzare con sicurezza questo strumento affascinante.
L'attrezzatura è essenziale: una tavola bi-direzionale lunga circa un metro e mezzo, un aquilone gonfiabile (KITE o ALA), quattro linee di circa 25 metri, una barra (BOMA) che serve a manovrare l’ala ed un TRAPEZIO, fissato all’addome del kitesurfer, che lo aggancia alla stessa ala. Tutta l’attrezzatura occupa lo spazio di uno zaino da campeggio e questa è una bella differenza rispetto al windsurf, disciplina da cui deriva questo nuovo sport.
Con 1500-2000 euro si compra un'attrezzatura di ottimo livello (muta e scarpe comprese), ma almeno per iniziare si può optare per qualcosa di più economico se non addirittura di seconda mano riducendo così la spesa.
A Perugia da circa un anno è possibile praticare questo sport grazie all’iniziativa di alcuni appassionati che hanno creato, a Tuoro sul Trasimeno, la Kite Company, un’associazione sportiva dilettantistica no-profit per la pratica del kitesurf, del wakeboard e del windsurf.
Siamo andati a trovarli nel loro SPOT, il luogo dove si pratica il kitesurf, a Punta Navaccia.
Li abbiamo trovati intendi a scrutare il cielo in attesa del vento buono che gli permettesse di entrare in acqua ed iniziare le manovre che questo sport permette di eseguire.
L’associazione riconosciuta dall’IKO (International Kiteboarding Organization) e dalla UISP (Unione Italiana Sport Per tutti) organizza dei corsi, base o avanzati, per la pratica del kitesurf ma anche del wakeboard e del windsurf. I corsi di kitesurf, ci spiega Enrico Cortona, presidente ed istruttore IKO dell’associazione, vengono fatti su appuntamento, il costo è di 300 euro per una durata di circa otto ore che si articolano tra lezioni teoriche (molta importanza viene data alla sicurezza) e pratiche, con gli istruttori che impartiscono le istruzioni da una barca appoggio che segue lo “studente” in modo da poter correggere immediatamente gli eventuali errori, il tutto tramite il caschetto radio indossato dal kitesurfer.
La disciplina sta riscuotendo sempre più successo, tanti sono i curiosi che si avvicinano al kitesurf, lo scorso anno circa 100 persone hanno voluto provare, al Trasimeno, l’emozione di trovarsi sospesi tra cielo ed acqua, e le previsioni di quest’anno, ci dicono dall’associazione, sono di un incremento del numero di praticanti.
Il lago Trasimeno poi, è la location ideale per questo tipo di sport, nello spot di Punta Navaccia soffiano venti side-shore, tramontana e maestrale, così come lo scirocco e il ponente spostandosi di pochi metri lungo la baia.
Nel caso in cui, invece, non ci sia il vento adatto alle evoluzioni del kitesurf, la mancanza di onde nel lago, permette di optare per wakeboard. Qui il motore delle evoluzioni non è il vento come per il kitesurf, ma uno scafo lanciato a velocità che ti trascina lungo lo specchio d’acqua e ti permette di surfare e di saltare sul pelo dell’acqua a “bordo” di una tavola.
Tra i membri dell’associazione c’è poi chi, come Gianluca Merla, si è tolto la soddisfazione di conquistare il terzo posto nella seconda edizione della C&C Campus e Contest di Torre Guaceto (Brindisi) organizzata nei primi di giugno, nella gara di speed per kitesurf raggiungendo 17.9 nodi di velocità.
Non serve un fisico allenato e non ci sono limiti d' età, insomma ora che la bella stagione è finalmente arrivata quale migliore occasione per provare anche noi le emozioni del kitesurf, sport che offre sicuramente una buona dose di adrenalina ma che, tra terra, cielo ed acqua ti permette anche di stare a contatto con la natura.
Box informativo
Per la scuola di kitesurf di Tuoro sul Trasimeno
www.kitecompany.it
www.scuolakitesurf.it
info@kitecompany.it
Telefoni: 347.3720416 - 346.7982249 - 334.9794208
Link utili
www.kitesurfing.it
www.surftribe.it/kitesurf
www.ikorg.com
www.uisp.it
Assicurano intense scariche di adrenalina, ma restano accessibili a tutti. Rischi? Per gli appassionati è molto più pericoloso giocare a calcetto. Basta seguire un corso di preparazione e conoscere i propri limiti.
Lo sport del momento è il kitesurf.
Deriva dal windsurf, ma a differenza del primo non utilizza una vela per spostarsi sull'acqua, ma un aquilone, il kite appunto.
Come nel windsurf si cavalca una tavola sullo specchio d’acqua e si riesce a praticarlo anche senza onde.
Nato appena dieci anni fa alle isole Hawaii, pur non raggiungendo ancora in Italia una grande popolarità, ha conosciuto ultimamente uno sviluppo formidabile.
Il kitesurf ti permette di planare sull’acqua, di eseguire manovre in volo o di surfare sulle onde.
Già con pochi nodi di vento (le condizioni minime sono intorno ai 10-12 nodi) si possono fare i primi bordi mentre con venti superiori (fino ai 30 nodi) si possono eseguire dei voli spettacolari.
Naturalmente a seconda dell’intensità del vento variano le dimensioni del kite, più nodi di vento ci sono meno ampio sarà l’aquilone.
Prima di iniziare la pratica è obbligatorio seguire un corso che fornisca tutte le basi per utilizzare con sicurezza questo strumento affascinante.
L'attrezzatura è essenziale: una tavola bi-direzionale lunga circa un metro e mezzo, un aquilone gonfiabile (KITE o ALA), quattro linee di circa 25 metri, una barra (BOMA) che serve a manovrare l’ala ed un TRAPEZIO, fissato all’addome del kitesurfer, che lo aggancia alla stessa ala. Tutta l’attrezzatura occupa lo spazio di uno zaino da campeggio e questa è una bella differenza rispetto al windsurf, disciplina da cui deriva questo nuovo sport.
Con 1500-2000 euro si compra un'attrezzatura di ottimo livello (muta e scarpe comprese), ma almeno per iniziare si può optare per qualcosa di più economico se non addirittura di seconda mano riducendo così la spesa.
A Perugia da circa un anno è possibile praticare questo sport grazie all’iniziativa di alcuni appassionati che hanno creato, a Tuoro sul Trasimeno, la Kite Company, un’associazione sportiva dilettantistica no-profit per la pratica del kitesurf, del wakeboard e del windsurf.
Siamo andati a trovarli nel loro SPOT, il luogo dove si pratica il kitesurf, a Punta Navaccia.
Li abbiamo trovati intendi a scrutare il cielo in attesa del vento buono che gli permettesse di entrare in acqua ed iniziare le manovre che questo sport permette di eseguire.
L’associazione riconosciuta dall’IKO (International Kiteboarding Organization) e dalla UISP (Unione Italiana Sport Per tutti) organizza dei corsi, base o avanzati, per la pratica del kitesurf ma anche del wakeboard e del windsurf. I corsi di kitesurf, ci spiega Enrico Cortona, presidente ed istruttore IKO dell’associazione, vengono fatti su appuntamento, il costo è di 300 euro per una durata di circa otto ore che si articolano tra lezioni teoriche (molta importanza viene data alla sicurezza) e pratiche, con gli istruttori che impartiscono le istruzioni da una barca appoggio che segue lo “studente” in modo da poter correggere immediatamente gli eventuali errori, il tutto tramite il caschetto radio indossato dal kitesurfer.
La disciplina sta riscuotendo sempre più successo, tanti sono i curiosi che si avvicinano al kitesurf, lo scorso anno circa 100 persone hanno voluto provare, al Trasimeno, l’emozione di trovarsi sospesi tra cielo ed acqua, e le previsioni di quest’anno, ci dicono dall’associazione, sono di un incremento del numero di praticanti.
Il lago Trasimeno poi, è la location ideale per questo tipo di sport, nello spot di Punta Navaccia soffiano venti side-shore, tramontana e maestrale, così come lo scirocco e il ponente spostandosi di pochi metri lungo la baia.
Nel caso in cui, invece, non ci sia il vento adatto alle evoluzioni del kitesurf, la mancanza di onde nel lago, permette di optare per wakeboard. Qui il motore delle evoluzioni non è il vento come per il kitesurf, ma uno scafo lanciato a velocità che ti trascina lungo lo specchio d’acqua e ti permette di surfare e di saltare sul pelo dell’acqua a “bordo” di una tavola.
Tra i membri dell’associazione c’è poi chi, come Gianluca Merla, si è tolto la soddisfazione di conquistare il terzo posto nella seconda edizione della C&C Campus e Contest di Torre Guaceto (Brindisi) organizzata nei primi di giugno, nella gara di speed per kitesurf raggiungendo 17.9 nodi di velocità.
Non serve un fisico allenato e non ci sono limiti d' età, insomma ora che la bella stagione è finalmente arrivata quale migliore occasione per provare anche noi le emozioni del kitesurf, sport che offre sicuramente una buona dose di adrenalina ma che, tra terra, cielo ed acqua ti permette anche di stare a contatto con la natura.
Box informativo
Per la scuola di kitesurf di Tuoro sul Trasimeno
www.kitecompany.it
www.scuolakitesurf.it
info@kitecompany.it
Telefoni: 347.3720416 - 346.7982249 - 334.9794208
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www.surftribe.it/kitesurf
www.ikorg.com
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mercoledì 18 giugno 2008
Non vuoi leggerlo? Allora scrivilo
Italia terra di navigatori, santi, commissari tecnici e, da adesso, di scrittori!
Siete tra i tanti che da anni conservano nel cassetto della scrivania un manoscritto che vorreste veder pubblicato e per il quale non avete trovato la disponibilità di nessun editore?
Da tempo cercate in tutti i modi di poter realizzare il sogno di pubblicare il vostro capolavoro letterario?
Tranquilli la Rete ha una soluzione fatta apposta per voi!
Sta riscuotendo, infatti, sempre più successo il fenomeno del “print on demand”, la stampa on line delle proprie “opere”.
L' auto-produzione, in realtà, non è cosa nuova. Moravia, Montale, Palazzeschi, Gozzano, Pavese, Rimbaud misero mano al portafoglio per finanziare l' esordio letterario. Pier Paolo Pasolini, nel 1942, pubblicò a sue spese il volume "Poesie a Casarsa", divenuta poi la più celebre raccolta di poesie in dialetto friulano.
Il successo era del resto prevedibile, se c'è un sogno che ci accomuna tutti, o quasi tutti, è quello di vedere pubblicati i nostri manoscritti.
Che siano poesie, memorie, racconti, tesi di laurea, atti di un convegno o libri di ricette di cucina, non è in fondo così importante: quel che conta è l'illusione che abbiamo coltivato di vedere le nostre fatiche o esperienze finalmente stampate, di vederle trasformarsi e prendere corpo in un libro vero.
L’idea è venuta, nel 2002, a Bob Young, che, dopo aver co-fondato e abbandonato Red Hat (società americana che distribuisce software Open Source), ha deciso di puntare tutto su Lulu.com, un innovativo sistema editoriale online sviluppato per consentire a chiunque di pubblicare, promuovere e vendere le proprie fatiche letterarie e non solo. Il tutto, ovviamente, restando proprietari dei diritti delle opere, senza costi di attivazione o minimo d'ordine e con uno spazio virtuale illimitato.
Il servizio prevede solo un minimo di dimestichezza con i tradizionali software di videoscrittura e con la Rete. Semplice comunque il funzionamento del sistema. Dopo la necessaria registrazione all'interno del portale, l'opera, infatti, viene caricata (upload) dall'autore, che ne sceglie formato, impaginazione, copertina, definendo nei dettagli l'aspetto, il formato e il prezzo del suo "prodotto" che sarà messo in vendita nella vetrina virtuale del sito insieme a tutte le altre pubblicazioni.
I costi della pubblicazione varia a seconda del tipo di impaginazione scelta (copertina rigida o morbida) si va dai circa 5/6 euro per una copia di 100 pagine in bianco e nero, fino ad arrivare intorno ai 15 euro per la stampa delle stesse pagine a colori.
Gli utenti ne possono ordinare anche una sola copia, grazie alla tecnologia "print on demand", che consente ai tipografi partner dei portali di stampare a prezzi contenuti e con una qualità di stampa quanto più possibile soddisfacente anche tirature limitatissime.
Il successo di un libro, dunque, lo decide soltanto il pubblico, interlocutore diretto degli autori. Si saltano tutti i passaggi intermedi che dalla scrivania dell’autore portano la pubblicazione agli scaffali di una libreria ed infine, se l’opera riesce a catturare l’attenzione del compratore, tra le mani del lettore.
Tramite il solo sito americano, ogni settimana vengono pubblicati oltre 1.500 nuovi titoli e su un totale finora di 55.000 libri disponibili sono stati venduti oltre 500mila esemplari.
Oltre al già citato sito americano (in italiano l’indirizzo è www.lulu.com/it), anche da noi sono nati portali che offrono gli stessi servizi ai tanti autori in cerca di un editore.
L’esempio forse più importante è il sito www.ilmiolibro.it, un’iniziativa del Gruppo L’Espresso che dopo appena due settimane dalla nascita ha registrato 3.500 iscritti e 200 libri in vendita nella vetrina.
Insomma siamo all’inizio dell’ennesima rivoluzione “culturale”, d’ora in poi tutti saremo dei potenziali scrittori…il problema è che, soprattutto in Italia, si dovrà capire chi leggerà tutti questi libri!
Italia, terra di navigatori, santi, commissari tecnici…scrittori, ma di lettori nemmeno l’ombra.
Siete tra i tanti che da anni conservano nel cassetto della scrivania un manoscritto che vorreste veder pubblicato e per il quale non avete trovato la disponibilità di nessun editore?
Da tempo cercate in tutti i modi di poter realizzare il sogno di pubblicare il vostro capolavoro letterario?
Tranquilli la Rete ha una soluzione fatta apposta per voi!
Sta riscuotendo, infatti, sempre più successo il fenomeno del “print on demand”, la stampa on line delle proprie “opere”.
L' auto-produzione, in realtà, non è cosa nuova. Moravia, Montale, Palazzeschi, Gozzano, Pavese, Rimbaud misero mano al portafoglio per finanziare l' esordio letterario. Pier Paolo Pasolini, nel 1942, pubblicò a sue spese il volume "Poesie a Casarsa", divenuta poi la più celebre raccolta di poesie in dialetto friulano.
Il successo era del resto prevedibile, se c'è un sogno che ci accomuna tutti, o quasi tutti, è quello di vedere pubblicati i nostri manoscritti.
Che siano poesie, memorie, racconti, tesi di laurea, atti di un convegno o libri di ricette di cucina, non è in fondo così importante: quel che conta è l'illusione che abbiamo coltivato di vedere le nostre fatiche o esperienze finalmente stampate, di vederle trasformarsi e prendere corpo in un libro vero.
L’idea è venuta, nel 2002, a Bob Young, che, dopo aver co-fondato e abbandonato Red Hat (società americana che distribuisce software Open Source), ha deciso di puntare tutto su Lulu.com, un innovativo sistema editoriale online sviluppato per consentire a chiunque di pubblicare, promuovere e vendere le proprie fatiche letterarie e non solo. Il tutto, ovviamente, restando proprietari dei diritti delle opere, senza costi di attivazione o minimo d'ordine e con uno spazio virtuale illimitato.
Il servizio prevede solo un minimo di dimestichezza con i tradizionali software di videoscrittura e con la Rete. Semplice comunque il funzionamento del sistema. Dopo la necessaria registrazione all'interno del portale, l'opera, infatti, viene caricata (upload) dall'autore, che ne sceglie formato, impaginazione, copertina, definendo nei dettagli l'aspetto, il formato e il prezzo del suo "prodotto" che sarà messo in vendita nella vetrina virtuale del sito insieme a tutte le altre pubblicazioni.
I costi della pubblicazione varia a seconda del tipo di impaginazione scelta (copertina rigida o morbida) si va dai circa 5/6 euro per una copia di 100 pagine in bianco e nero, fino ad arrivare intorno ai 15 euro per la stampa delle stesse pagine a colori.
Gli utenti ne possono ordinare anche una sola copia, grazie alla tecnologia "print on demand", che consente ai tipografi partner dei portali di stampare a prezzi contenuti e con una qualità di stampa quanto più possibile soddisfacente anche tirature limitatissime.
Il successo di un libro, dunque, lo decide soltanto il pubblico, interlocutore diretto degli autori. Si saltano tutti i passaggi intermedi che dalla scrivania dell’autore portano la pubblicazione agli scaffali di una libreria ed infine, se l’opera riesce a catturare l’attenzione del compratore, tra le mani del lettore.
Tramite il solo sito americano, ogni settimana vengono pubblicati oltre 1.500 nuovi titoli e su un totale finora di 55.000 libri disponibili sono stati venduti oltre 500mila esemplari.
Oltre al già citato sito americano (in italiano l’indirizzo è www.lulu.com/it), anche da noi sono nati portali che offrono gli stessi servizi ai tanti autori in cerca di un editore.
L’esempio forse più importante è il sito www.ilmiolibro.it, un’iniziativa del Gruppo L’Espresso che dopo appena due settimane dalla nascita ha registrato 3.500 iscritti e 200 libri in vendita nella vetrina.
Insomma siamo all’inizio dell’ennesima rivoluzione “culturale”, d’ora in poi tutti saremo dei potenziali scrittori…il problema è che, soprattutto in Italia, si dovrà capire chi leggerà tutti questi libri!
Italia, terra di navigatori, santi, commissari tecnici…scrittori, ma di lettori nemmeno l’ombra.
Curiosità dal mondo
INDIA - È alta una quarantina di centimetri, è più piccola rispetto ai bambini dei vicini, ma Jyoti Amge ha 15 anni. Quest'adolescente, che secondo l'Indian Book of Records sarebbe la ragazza più piccola del mondo, ha una forma di nanismo chiamata achondroplasia. Noin è cresciuta e pesa solo poco meno di cinque kg. Ma lei, che non si sente affatto dispiaciuta, dice anzi di essere felice della celebrità che la sua altezza le ha regalato. "Sono orgogliosa di essere piccola. Mi piace l'attenzione che mi dedicano", ha detto al Sunday Mirror. E aggiunge: "Sono proprio come tutti gli altri. Mangio come te, sogno come te. Non mi sento affatto diversa dalla gente comune". Jyoti studia al liceo di Nagpur, dove è in classe insieme ai coetanei, anche se siede in un banco fatto apposta per lei. La giovane, come tutti i teenager, ama ascoltare il pop e guardare i DVD, e spera anche di diventare un'attrice di Bollywood. Negli ultimi tempi ha anche inciso un disco con il suo cantante preferito, la popstar indiana Mika Singh.
SPAGNA - In Spagna, un agente immobiliare disoccupato sta vendendo biglietti della lotteria nel tentativo di liberarsi del suo appartamento da 320.000 euro vicino Madrid, perché non più in grado di pagarne il mutuo o di trovare un acquirente interessato a comprarlo. Miguel Marina ha detto di sperare di poter estinguere il mutuo, che copre l'80% del valore del suo immobile, vendendo 64.000 biglietti a 5 euro ciascuno e promettendo la sua casa al vincitore estratto. Il suo sito web, elpisodeloscincoeuros.com - che in spagnolo significa 'l'appartamento da cinque euro' - presenta un contratto dettagliato per la consegna della proprietà, che si trova nella cittadina di Ciempozuelos. L'uomo aveva acquistato la casa nel 2005 quando ancora lavorava come agente immobiliare, occupazione poi persa a causa del collasso del mercato nel settore. "Ho provato a venderla, ma non ho trovato acquirenti", ha aggiunto. Marina ha detto di aver consultato un notaio per assicurarsi che la sua lotteria sia legale. "Per cinque euro - ha detto Marina - tu puoi vincere un appartamento, e io potrò ricominciare a dormire".
AUSTRALIA - Il giudice del tribunale di Sydney, in Australia, ha annullato un processo per sudoku. Il togato si è accorto che alcuni giurati, invece di ascoltare con attenzione le prove a carico di due imputati per traffico di droga, stavano dedicandosi al famoso passatempo aritmetico. Dopo 66 giorni di procedimento si è scoperto che cinque membri si erano dedicati al gioco per almeno metà della durata del processo. A destare i sospetti del giudice, Peter Zahra, sono stati gli stessi giurati: alcuni di loro non stavano scrivendo orizzontalmente, ma in verticale. Da una successiva verifica è emerso che stavano compilando le caselle del sudoku. Il processo era in corso da oltre 2 mesi per un costo totale, per i contribuenti australiani, di un milione di dollari.
EGITTO - Le autorità egiziane hanno impedito che si svolgesse un matrimonio tra un arabo e una giovane egiziana. Il motivo? La grande differenza di età tra i due mancati sposi. L'uomo ha infatti 75 anni in più rispetto alla giovane. Secondo il ministero della Giustizia, questa forte differenza di età contrasta con la legge che regolamenta i matrimoni tra le egiziane e gli stranieri. "Questo provvedimento - commenta il delegato del ministero, Ahmad al-Sarjani - impedisce il turismo sessuale in Egitto da parte di anziani stranieri che sposano giovani egiziane". In base alla legge sul matrimonio, la differenza di età tra i due coniugi non deve superare i 25 anni. "Inoltre - sottolinea al-Saraji - lo straniero deve presentare una documentazione fornita dalla sua ambasciata che attesta il suo stato sociale e un certificato di nascita per determinarne l'età". C'è un modo per aggirare il limite di differenza di età: lo sposo può versare una somma di danaro considerevole su un conto bancario egiziano intestato all'aspirante sposa. Il governo egiziano da anni cerca di evitare il commercio di giovani donne provenienti da famiglie povere a ricchi uomini dei paesi arabi del Golfo. Sono 633 i matrimoni tra egiziane e stranieri, in maggioranza arabi, avvenuti nell'ultimo anno: 173 violavano il limite di età.
FRANCIA - I proprietari di cani pericolosi dovranno ottenere un 'permesso di detenzione' dal sindaco del comune di residenza. Prevista inoltre la creazione di un sistema di formazione all'educazione canina riconosciuto da un 'attestato di idoneita''. Il presidente Sarkozy aveva promesso la nuova legge in seguito all'indignazione suscitata da un'ondata di aggressioni commesse da cani. Negli ultimi 20 anni in Francia ci sono stati una trentina di decessi causati da attacchi di cani.
ITALIA - Una coppia raggiunge la scuola per l' uscita del figlio di lei e nell' attesa la donna dà un euro a lui: «Vai a tentare la fortuna». Lui esegue, entra in tabaccheria, compra un gratta&vinci e si accorge di aver vinto: 500mila euro. Esce, e rivela: «Non ti amo più. Ti lascio». Se ne va, con il biglietto vincente. Ora lei lo ha denunciato, reclamando la vincita: «Mi aveva perfino promesso di sposarmi, ma va bene. Mi chiedo però con che faccia ha potuto portarsi via quel biglietto».
SPAGNA - In Spagna, un agente immobiliare disoccupato sta vendendo biglietti della lotteria nel tentativo di liberarsi del suo appartamento da 320.000 euro vicino Madrid, perché non più in grado di pagarne il mutuo o di trovare un acquirente interessato a comprarlo. Miguel Marina ha detto di sperare di poter estinguere il mutuo, che copre l'80% del valore del suo immobile, vendendo 64.000 biglietti a 5 euro ciascuno e promettendo la sua casa al vincitore estratto. Il suo sito web, elpisodeloscincoeuros.com - che in spagnolo significa 'l'appartamento da cinque euro' - presenta un contratto dettagliato per la consegna della proprietà, che si trova nella cittadina di Ciempozuelos. L'uomo aveva acquistato la casa nel 2005 quando ancora lavorava come agente immobiliare, occupazione poi persa a causa del collasso del mercato nel settore. "Ho provato a venderla, ma non ho trovato acquirenti", ha aggiunto. Marina ha detto di aver consultato un notaio per assicurarsi che la sua lotteria sia legale. "Per cinque euro - ha detto Marina - tu puoi vincere un appartamento, e io potrò ricominciare a dormire".
AUSTRALIA - Il giudice del tribunale di Sydney, in Australia, ha annullato un processo per sudoku. Il togato si è accorto che alcuni giurati, invece di ascoltare con attenzione le prove a carico di due imputati per traffico di droga, stavano dedicandosi al famoso passatempo aritmetico. Dopo 66 giorni di procedimento si è scoperto che cinque membri si erano dedicati al gioco per almeno metà della durata del processo. A destare i sospetti del giudice, Peter Zahra, sono stati gli stessi giurati: alcuni di loro non stavano scrivendo orizzontalmente, ma in verticale. Da una successiva verifica è emerso che stavano compilando le caselle del sudoku. Il processo era in corso da oltre 2 mesi per un costo totale, per i contribuenti australiani, di un milione di dollari.
EGITTO - Le autorità egiziane hanno impedito che si svolgesse un matrimonio tra un arabo e una giovane egiziana. Il motivo? La grande differenza di età tra i due mancati sposi. L'uomo ha infatti 75 anni in più rispetto alla giovane. Secondo il ministero della Giustizia, questa forte differenza di età contrasta con la legge che regolamenta i matrimoni tra le egiziane e gli stranieri. "Questo provvedimento - commenta il delegato del ministero, Ahmad al-Sarjani - impedisce il turismo sessuale in Egitto da parte di anziani stranieri che sposano giovani egiziane". In base alla legge sul matrimonio, la differenza di età tra i due coniugi non deve superare i 25 anni. "Inoltre - sottolinea al-Saraji - lo straniero deve presentare una documentazione fornita dalla sua ambasciata che attesta il suo stato sociale e un certificato di nascita per determinarne l'età". C'è un modo per aggirare il limite di differenza di età: lo sposo può versare una somma di danaro considerevole su un conto bancario egiziano intestato all'aspirante sposa. Il governo egiziano da anni cerca di evitare il commercio di giovani donne provenienti da famiglie povere a ricchi uomini dei paesi arabi del Golfo. Sono 633 i matrimoni tra egiziane e stranieri, in maggioranza arabi, avvenuti nell'ultimo anno: 173 violavano il limite di età.
FRANCIA - I proprietari di cani pericolosi dovranno ottenere un 'permesso di detenzione' dal sindaco del comune di residenza. Prevista inoltre la creazione di un sistema di formazione all'educazione canina riconosciuto da un 'attestato di idoneita''. Il presidente Sarkozy aveva promesso la nuova legge in seguito all'indignazione suscitata da un'ondata di aggressioni commesse da cani. Negli ultimi 20 anni in Francia ci sono stati una trentina di decessi causati da attacchi di cani.
ITALIA - Una coppia raggiunge la scuola per l' uscita del figlio di lei e nell' attesa la donna dà un euro a lui: «Vai a tentare la fortuna». Lui esegue, entra in tabaccheria, compra un gratta&vinci e si accorge di aver vinto: 500mila euro. Esce, e rivela: «Non ti amo più. Ti lascio». Se ne va, con il biglietto vincente. Ora lei lo ha denunciato, reclamando la vincita: «Mi aveva perfino promesso di sposarmi, ma va bene. Mi chiedo però con che faccia ha potuto portarsi via quel biglietto».
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