venerdì 6 febbraio 2009

La strana storia del ciliegino pachino made in Israele

Siete anche voi tra quelle persone che ogni tanto si intrattengono in discorsi che hanno come tema il fatto che i cibi di oggi non hanno più il sapore di quando eravamo bambini? Beh sebbene lo possa sembrare questo non è un uno dei soliti discorsi che si fanno quando non si ha altro da dire (anche se l’argomento meteorologico è quello più gettonato in questi casi) alla base di simili considerazioni ci sono delle reali motivazioni.
In tre secoli, infatti, si sono persi solo in Italia 6000 varietà di frutta: alla fine del XVIII secolo ne esistevano più di 8000, oggi se ne contano a malapena 2000. Il caso più eclatante è quello della mela. All’inizio del ‘900 in Europa se ne conoscevano 5000 varietà, adesso non superano le 1800, e in Italia l’80% delle mele prodotte appartiene a solo 4 gruppi (le americane Red Delicious e le Golden Delicious, l’australiana Granny Smith e la neozelandese Gala). Stesso discorso può essere fatto può essere fatto per gli ortaggi. Più del 90% delle sementi delle varietà oggi in commercio è costituita da ibridi brevettati recentemente (solo il 3% delle varietà ha più di 35 anni). Anche il FAO (l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) ha lanciato l’allarme: nell’ultimo secolo nel mondo sono scomparsi i tre quarti delle diversità genetiche delle colture agricole. In questo anche la burocrazia ci ha messo lo zampino dato che non è possibile utilizzare semi prodotti nella propria azienda, né tantomeno scambiarli con un altro coltivatore. Il perché è presto detto: tutte le sementi devono essere registrate e dal momento della registrazione parte un processo che in sostanza consegna le varietà di semi nelle mani delle aziende iscritte all' Albo ufficiale, per lo più multinazionali, che hanno tutto l’interesse per cercare di imporre al mercato il proprio prodotto mettendo in circolazione quelli di maggiori consumo. Si finisce con l’avere uno dei prodotti tipici dell’agricoltura italiana, i pomodorini ciliegini, i pachino, nelle mani di un’azienda israeliana, mentre i semi dei coltivatori locali che da secoli hanno coltivato quei prodotti nelle proprie terre vedono le loro sementi diventare ‘fuorilegge’.In questi ultimi anni proprio per sostenere e difendere i produttori locali dalle potenti multinazionali, ma soprattutto per garantire la biodiversità degli alimenti e la non omologazione dei gusti, sono nate in tutte le parti del mondo associazioni e gruppi che cercano di conservare, sostenere e incrementare la produzione di frutta, ortaggi e simili prodotti della terra tramite le sementi autoctone. L’esempio forse più importante è quello offerto dall’italiana Slow Food che nel 2003 ha creato una Fondazione per la Biodiversità. Grazie alle donazioni raccolte, finanzia progetti a salvaguardia della biodiversità in oltre 50 Paesi, promuove un’agricoltura sostenibile, rispettosa dell’ambiente, dell’identità culturale dei popoli, della salute dei consumatori e del benessere animale.
Con oltre 300 presìdi in tutto il mondo ed oltre 700 prodotti agroalimentari in via d’estinzione sotto la sua tutela è la più grande organizzazione mondiale in materia.
Ma in tutto il mondo esistono anche realtà meno ramificate ma altrettanto attive. Prendono il nome di ‘seed saver’, letteralmente ‘conservatore di sementi’. Si tratta di associazioni che cercano di custodire le sementi che altrimenti andrebbero perdute, i semi vengono catalogati, fatti conoscere e scambiati tra i membri delle diverse comunità. Ne esistono tante anche in Italia vedi la Rete Semi Rurali e Civiltà Contadina per citare solo quelle più vicine al nostro territorio. La Regione Umbria insieme all’Università degli Studi ed ad alcune aziende locali ha poi iniziato da qualche anno dei progetti che mirano alla difesa della biodiversità sia agroalimentare che vegetale.
Insomma se addentando una mela o mangiando quella pasta alla norma che da piccoli vi faceva impazzire vi rendete conto che il gusto non è proprio quello che vi sareste aspettati vi consiglio di andare a trovare o di contattare il vostro seed saver di fiducia e vedrete che noterete la differenza.




Link utili
http://www.civiltacontadina.it/
http://www.parco3a.org/index.html
http://www.slowfood.it/
http://www.fondazioneslowfood.it/
http://www.biodiversita.info/
http://www.gardenorganic.org.uk/
http://www.semirurali.net/modules/home/index.php?content_id=1
http://www.arche-noah.at/etomite/index.php?id=25
http://www.amicidelrugareto.com

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