lunedì 21 aprile 2008

Perugia sul tetto d’Europa La Sirio Perugia di pallavolo vince la sua seconda Champions League

Due anni dopo il successo di Cannes la Sirio Perugia si è aggiudicata l’Indesit European Champions League, il trofeo più prestigioso a livello continentale, battendo in finale, con un netto 3 a 1, le russe dello Zarechie Odintsovo che annoverano tra le proprie fila vecchie conoscenze del campionato italiano come la Sokolova e la Zhukova.
Il 6 aprile scorso, infatti, sono state le ragazze umbre guidate dal coach Emanuele Sbano a festeggiare, insieme ai propri sostenitori, nel Palacio de los Deportes di Murcia.
Una vittoria meritata per quello che Perugia ha fatto vedere in tutto il torneo. Per arrivare ad alzare la coppa, le ragazze hanno dovuto superare in due derby prima Jesi e poi in semifinale Novara, Murcia nel girone di qualificazione e quindi le russe (già battute un anno fa nella finale di coppa Cev in casa) nella finale.
La coppa quindi resta in Italia per il quarto anno consecutivo. Nelle ultime quattro edizioni, infatti, si sono state due squadre italiane a vincere il trofeo la Sirio (2006 – 2008) e la Foppapedretti Bergamo (2005 – 2007), questo a testimonianza dell’alto livello raggiunto dal volley italiano sia a livello di club che a livello di nazionale.
Altra soddisfazione nella notte di Murcia il riconoscimento quale migliore giocatrice della finale a Simona Gioli. La centrale, che milita da sei stagioni nella formazione umbra, ha trascinato le sue compagne alla conquista del trofeo, con i 21 punti della finale.
La giocatrice così ha commentato al termine della partita: «Sono due anni che aspettavo questo momento. A Cannes non ero in campo nella finale ma stavolta ho fatto di tutto per conquistare la coppa. Siamo state capaci – continua la Gioli – di raggiungere questo traguardo grazie al grande spirito del gruppo. Abbiamo lavorato veramente sodo per conquistare il trofeo, pertanto, ora siamo ancor più soddisfatte di aver raggiunto il nostro scopo. È sicuramente una squadra stupefacente la nostra. Il premio di Mvp – conclude – non me lo aspettavo perché abbiamo giocato tutte bene ed abbiamo tagliato insieme questo prestigioso traguardo. La marcia in più è la mentalità vincente del gruppo, quando siamo arrivate a Murcia ci siamo dette che la coppa doveva essere nostra e ci siamo riuscite».
Soddisfatto anche il coach Emanuele Sbano: «Siamo al settimo cielo, era un obiettivo a cui tenevamo davvero tantissimo, vincere in questa maniera è davvero stupendo. Sono due anni che stavamo pensando di tornare ad alzare questa coppa. Senza nulla togliere alle altre competizioni, la Champions League regala sensazioni ineguagliabili. Il segreto della squadra? Il gruppo, la tecnica e le qualità morali. Quando le ragazze vogliono ottenere qualcosa ci mettono l’anima».
Ormai abituato ai successi il presidente Carlo Iacone si lascia andare: «Abbiamo cercato con tutte le nostre forze di ottenere questo successo e lo festeggeremo degnamente, ma questo non ci fa venire meno la voglia di continuare a lottare in questa stagione per puntare anche allo scudetto. Siamo una società che incute rispetto e timore sempre ed ovunque. Con una mentalità vincente in campo e non solo. Abbiamo dimostrato che nei momenti importanti ci siamo. E continueremo a dimostrarlo».
Dopo i giusti festeggiamenti a cui si riferiva il presidente Iacone, le ragazze sono tornate subito al lavoro per cercare di raggiungere l’ultimo obiettivo stagionale, lo scudetto.
Nel cammino verso il tricolore la Sirio Perugia, che ha terminato la stagione regolare al terzo posto, si è trovata di fronte ai quarti la Yamamay Busto Arsizio battuta 2-0 (3-2; 2-0) ed in semifinale la Foppapedretti Bergamo superata per 2 a 1 (3-2; 0-3; 3-2).
Adesso le ragazze umbre se la dovranno vedere nella finale scudetto (al meglio delle 5 partite) contro la Scavolini Pesaro, prima al termine della regular season, uscita vincitrice per 2 a 0 (3-1; 3-1) dall’altra semifinale con l’Asystel Novara.

sabato 19 aprile 2008

Festival Internazionale del Giornalismo: a Perugia i mostri sacri del giornalismo mondiale

Carl Bernstein: “Un buon giornalista deve sempre cercare di ottenere la migliore versione possibile della verità”

Grande successo di pubblico ha registrato anche quest’anno il “Festival Internazionale del Giornalismo” che per cinque giorni, dal 9 al 13 aprile, si è tenuto a Perugia. La manifestazione, giunta alla sua seconda edizione, ha l’ambizioso obiettivo di mettere a confronto di diversi tipi di giornalismo mondiale.
L’edizione 2008 del Festival ha visto la partecipazione di un pubblico composto soprattutto da giovani che, attratti dalla professione giornalistica, non si sono fatti scappare l’occasione di “incontrare” alcuni dei mostri sacri del giornalismo mondiale, a cominciare dal fondatore de La Repubblica, Eugenio Scalfari, che ha aperto la manifestazione con una lectio magistralis sul mondo dei media e sul ruolo dei giornalisti.
La manifestazione si è poi snodata in diversi appuntamenti, tutti contraddistinti dalla presenza di prestigiosi giornalisti, a partire dall’inviata sui fronti di guerra del The Daily Mirror, Ann Leslie, per poi passare a Barbara Serra, conduttrice di Al Jazeera International, Gad Lerner, Lilli Gruber, Ezio Mauro, Marco Travaglio, Peter Gomez, per finire, ma la lista sarebbe ancora lunga, con Bachi Karkaria, vicedirettore del quotidiano The Times of India, Evan Cornog della Columbia University Graduate School Of Journalism e Knut Royce, vincitore per tre volte del premio Pulitzer.
Particolarmente interessante l’incontro dal titolo “Media e potere”, tenutosi giovedì 10 aprile, nel corso del quale si è analizzato il rapporto tra media e potere cercando di capire se i primi sono “ostaggi” del lavoro degli spin doctor, professionisti della comunicazione che lavorano per la politica.
Protagonisti del dibattito, Carl Bernstein, il giornalista americano che, insieme al collega Bob Woodward, con i suoi articoli per il The Washington Post, fece scoppiare il caso Watergate, che, nel 1974, costrinze alle dimissioni l’allora presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon; Alastair Campbell, considerato uno dei migliori spin doctor, che ha ricoperto questo ruolo durante il periodo di governo dell’ex primo ministro inglese, Tony Blair; Marcello Foa, inviato speciale de Il Giornale ed autore del libro “Gli stregoni della Notizia” nel quale ha analizzato criticamente il ruolo degli spin doctor. Nel ruolo di mediatore Angelo Mellone editorialista de Il Messaggero.
«Il lavoro dei giornalisti è quello di cercare di ottenere la migliore versione possibile della verità». Con queste parole esordisce Carl Bernstein, «un buon giornalista deve saper ascoltare, deve essere in grado di valutare le proprie fonti, le comunicazioni offerte ai media dagli spin doctor devono essere considerate soltanto il punto di partenza dal quale iniziare il lavoro di ricerca che sta alla base della professione giornalistica. Molto spesso però – continua – i giornalisti sono pigri, si limitano a riportare le notizie che provengono dalle fonti ufficiali, hanno perso la voglia di indagare, di scavare più in profondità». Un esempio lampante di questo atteggiamento è stata, secondo Bernstein, la guerra in Iraq. «Nei mesi che hanno preceduto l’inizio del conflitto, - sostiene – i media americani hanno abbandonato l’importante ruolo di guardiani del potere finendo per offrire, al presidente Bush ed ai suoi collaboratori, una cassa di risonanza per quanto riguarda le presunte armi di distruzione di massa in possesso di Saddam Hussein. I giornalisti americani – continua – sono riusciti a rifarsi solo dopo la fine della guerra, grazie al loro lavoro, infatti, si è scoperto che Saddam Hussein non aveva armi segrete e che il dittatore iracheno non aveva legami con i fondamentalisti islamici e non c’entrava nulla con l’11 settembre».
In sostanza Bernstein non ritiene che il malessere dell’informazione sia data dal lavoro, legittimo, degli spin doctor, piuttosto, ribadisce che «la cattiva informazione è data soprattutto dalla pigrezza dei giornalisti».
Critico rispetto alla posizione di Bernstein, Marcello Foa. L’inviato de Il Giornale ritiene invece che «sono proprio gli spin doctor a manipolare le informazioni fornendo ai media solo la versione ufficiale dei fatti che, non sempre, anzi quasi mai, rispecchia la verità. Quando poi le persone si rendono conto che ciò che gli è stato detto è falso – continua Foa – si innesca in loro quel fenomeno che sta alla base della perdita di fiducia nelle istituzioni e negli stessi media che contribuisce a svuotare il concetto stesso di democrazia».
Parte sulla difensiva, invece, Alastair Campbell, che, da ex spin doctor, cerca di difendere quello che è stato il suo lavoro fino a poco tempo fa dalle critiche di Foa. «Ritengo che sia legittimo che i leader politici abbiano delle persone che curino la loro comunicazione – sostiene – specie nelle nostre società in cui i media ricoprono un ruolo sempre più importante. Il compito degli spin doctor – continua Campbell – è quello di far conoscere alla gente cosa sta facendo il governo, questo non significa però che ciò che viene detto sia falso, al contrario, sono spesso i giornalisti a pensare che nelle parole dei politici e degli spin doctor ci sia la volontà di nascondere la verità. Io ad esempio posso garantire che Tony Blair non ha mai mentito agli inglesi e al Parlamento».

lunedì 7 aprile 2008

ITALIANI ATTIVI MA INSODDISFATTI SOTTO LE LENZUOLA

Poco pepe nelle camere da letto degli italiani. Pochi rapporti sessuali e soprattutto scarsa capacità di comunicare le proprie fantasie al partner. È quanto è emerso da un recente sondaggio internazionale, Sexual Wellbeing Global Survey (Swgs), commissionato dalla nota azienda di profilattici, la Durex, e condotto su 26 mila persone di 26 Paesi.
L’indagine si è sviluppata su due livelli, il primo ha indagato il grado di soddisfazione sessuale mentre il secondo le fantasie sessuali di uomini e donne. Ma andiamo per gradi.
In merito al primo livello il 60% degli intervistati afferma che il sesso è divertente, piacevole, e rappresenta una parte fondamentale della vita. Ciò nonostante, solo il 44% è veramente soddisfatto della propria vita sessuale.
Andando avanti con l'età, il livello di soddisfazione si abbassa. Questo avviene maggiormente tra gli uomini piuttosto che tra le donne e succede in parte perché si tende a diminuire la frequenza dei rapporti sessuali e, in genere, si è coinvolti in una relazione duratura. Si tende perciò a provare meno eccitazione e più monotonia.
Appena il 48% dice di raggiungere abitualmente l'orgasmo (64% uomini, 32% donne).
Chi ha una relazione da più di tre anni ha la tendenza ad essere meno inibito. Il 53% vede i benefici nell'introdurre un pò di sperimentazione nella propria vita sessuale.
Per quanto riguarda i nostri connazionali, riferisce il Swgs, ”solo il 48% degli uomini ha una vita sessuale eccitante, la stessa percentuale dei greci, ma meno dei nigeriani (78%), che sono i leader a livello globale”. Peggio di noi, invece, i cugini d’Oltralpe (36%) ed i giapponesi (10%).
E ancora. “Circa il 56% delle italiane ritiene di avere una vita sessuale sufficientemente varia. Inoltre, sebbene il 36% faccia l’amore almeno tre o più volte la settimana, la frequenza dei rapporti sessuali non è sufficiente per il 59% degli intervistati”. L’Italia dunque non rappresenta più la terra della conquista e della seduzione.

Il secondo livello d’indagine consiste, invece, in uno sguardo all’interno delle camere da letto.
Dalla ricerca è emerso che la soddisfazione sessuale è mediocre, gli intervistati si dichiarano non così felici come potrebbero o come vorrebbero essere.
Se si parla dei ‘giochi’ praticati dagli uomini eterosessuali italiani all’interno della loro vita sessuale per aumentare la libido, prosegue il sondaggio, si scopre che nelle nostre camere da letto il più popolare è il ricorso alle fantasie sessuali (75%), seguito dai massaggi sensuali (63%), dal sesso orale (76%) e dall’utilizzo di materiali erotici (55%). Massaggi sensuali e fantasie sono in cima alla lista per le italiane eterosessuali. Il 27% usa materiali erotici, il 63% indossa biancheria intima sexy e il 75% pratica sesso orale.
I dati, inoltre, rivelano che i nostri connazionali, come i greci, dedicano 41 minuti ai preliminari e al rapporto sessuale, 5 minuti in più rispetto alla media mondiale. La leadership spetta però ai messicani, che impiegano una media di 45 minuti nei rapporti, mentre i più veloci sono gli abitanti di Hong Kong (27minuti).
Dal sondaggio Swgs emerge anche che “il 48% degli uomini italiani si masturba ogni settimana rispetto al 19% delle donne”. Mentre per quanto riguarda i nigeriani, i più soddisfatti della propria vita sessuale, la percentuale scende al 30%.
Per migliorare la propria vita sessuale il 33% degli italiani vorrebbe divertirsi di più, il 35% vorrebbe sentirsi meno stressato ed il 36% preferirebbe una più alta qualità del tempo trascorso con la propria partner.
Per le italiane, invece, le priorità sono romanticismo (43%) e meno stress (38%).
L’inchiesta sfata poi un’altra leggenda: gli uomini del Belpaese hanno avuto una media di 19 partner, ossia 10 in meno degli austriaci, leader globali e 9 in meno dei greci. Le donne italiane invece hanno avuto una media di 7 partner, rispetto ai 17 delle austriache e ai 10 delle abitanti del Regno Unito e della Grecia”.
In quasi tutti i paesi, gli uomini hanno avuto più partner delle donne, l'unica eccezione è rappresentata dalla Nuova Zelanda dove la media di 20 partner per le donne è tre volte tanto quella degli uomini.
L'attività globalmente più popolare è il massaggio sessuale praticato da 6 persone su dieci (59%).
Il sesso orale è comune fra gli austriaci (80%) ed i brasiliani (77%), mentre gli svizzeri (77%) indulgono alle fantasie sessuali, ed i tailandesi (68%) preferiscono materiali erotici per stimolare la loro libido.
Poco meno di 6 persone su dieci (58%) si trova a proprio agio nel descrivere al partner quello che amano fare a letto. Quelli più sereni sono i messicani (80%), i greci (76%), gli indiani e gli spagnoli (74% per entrambi), mentre i britannici (49%), fra gli europei, sono quelli che amano meno parlare di queste cose.
Infine il 67% degli adulti hanno rapporti sessuali con frequenza settimanale. I più attivi sono i greci, quasi un quarto di loro (24%) ha rapporti sessuali cinque o più volte la settimana, rispetto al 10% globale. A seguire troviamo brasiliani, russi, cinesi e polacchi. Gli italiani si piazzano al sesto posto.

domenica 6 aprile 2008

Allergie primaverili: tra lacrime e starnuti. Cresce in tutto il mondo il numero degli allergici ai pollini

Respiro corto, starnuti, occhi che bruciano e lacrimano, pelle arrossata, prurito. È tornata la primavera e con questa la stagione delle allergie in tutte le sue svariate manifestazioni. Il problema riguarda sempre più persone, nei paesi avanzati, infatti, ne soffre circa il 20% della popolazione e la percentuale è destinata a crescere. Secondo gli esperti, le cause di questa incessante crescita delle allergie, sono da ricondursi al miglioramento delle condizioni igieniche, al cambiamento climatico, all'inquinamento, alla grande quantità di additivi e di coloranti di cui la nostra alimentazione è infarcita, all'abuso di antibiotici nell'infanzia. Altra causa importante è la comparsa di pollini che una volta non c' erano. Ma ci sono anche allergeni che col cambiamento climatico e le fioriture fuori regola sono diventati perenni come la parietaria e l' erba dei prati.
I granuli pollinici arrivano, in genere, con una periodicità distinta in tre fasi: una precoce (pre-primaverile), una primaverile-estiva e infine una estiva-autunnale. Nel primo periodo l'allergia è legata alla fioritura delle piante arboree, nel secondo dipende dalle graminacee, urticaceae e oleaceae mentre nel terzo deriva principalmente dalle asteracee.
Le reazioni più comuni sono l'infiammazione delle mucose del cavo oronasale e alcune forme di congiuntivite. I sintomi includono anche congestione e naso gocciolante, prurito e lacrimazione degli occhi, infiammazione delle mucose e tosse continua. In qualche caso però può anche manifestarsi una sintomatologia più pesante come quella dell’asma, e quindi gravi difficoltà respiratorie.
Per capire a quale polline si è allergici è possibile effettuare diversi tipi di test. Si va da quelli cutanei, eseguiti ‘graffiando’ o iniettando, in un lembo di pelle, estratti di diversi tipi di allergeni che consentono di verificare visivamente la risposta infiammatoria, all’analisi del sangue, attraverso la quale si individua il livello di IgE (una classe di anticorpi, le immunoglobuline di tipo E) presente. Nel caso in cui questo valore risulti alto il soggetto è allergico.
Un’attenta analisi delle abitudini e degli stili di vita del paziente, e quindi delle probabili esposizioni in determinati periodi dell’anno, aiuta inoltre a limitare la ricerca e, di conseguenza, ad individuare la terapia adatta in maniera più rapida.
La migliore cura è evitare il contatto con la sostanza allergenica. Se questo è più facile per altre allergie, come quelle ai farmaci o quelle alimentari, per quanto riguarda i pollini è più complicato perché sfuggire all’allergene significa non rimanere all’aperto nel periodo di migrazione.
L’allergia si può alleviare con l’assunzione di farmaci da banco, decongestionanti, antistaminici e corticosteroidi nasali. In caso di allergie più gravi, i cui sintomi perdurano per periodi di tempo più lunghi e con maggiori effetti, si può ricorrere all’immunoterapia. Si iniettano nel soggetto più dosi di allergene diluito a concentrazioni crescenti, così l’organismo si abitua alla sua presenza e riduce la risposta immunitaria che scatena l’allergia.
Per alleviare il più possibile il disagio di starnuti e occhi rossi ci sono poi una serie di comportamenti e di strategie preventive alla portata di tutti, da mettere in atto con poco sforzo.

Ecco i consigli dell'Associazione allergologi e immunologi territoriali ed ospedalieri
1. Durante il periodo di fioritura e nelle giornate soleggiate occorre ridurre al massimo l’esposizione ad ambienti aperti.
2. Evitare di parcheggiare l'auto sotto gli alberi o vicino prati e giardini.
3. Se si va in bicicletta o in motorino bisogna utilizzare una mascherina che copra naso e bocca.
4. Tenere presente che in collina (a un'altitudine compresa fra i 500 e gli 800 metri) l'impollinazione avviene con circa un mese di ritardo.
5. Se malgrado tutti gli accorgimenti e le terapie la sintomatologia persiste trasferirsi temporaneamente a quote superiori ai 1500 metri .
6. Alcuni alimenti, in particolar modo vegetali, possono indurre reazioni inaspettate (prurito e gonfiore alle labbra ed in bocca per esempio) perché responsabili di allergie crociate.
7. Chi è allergico alle betulacee dovrebbe prestare attenzione a carote, mele, nocciole, pere, finocchi, noci, ananas, ciliege, albicocche, banane, susine, prugne e fragole.
8. I pazienti allergici alle graminacee dovrebbero invece fare attenzione a melone, pomodori, angurie, arance, kiwi e in alcuni casi anche a avena, frumento, orzo, segala e mais.
9. Chi è allergico alla compositae eviti sedano, anguria, melone, banana, zucchino, cetriolo, carote e prezzemolo.
10. Oltre alle misure igieniche preventive ricordarsi di seguire, sotto controllo medico, farmaci preventivi quali antistaminici e antinfiammatori steroidei locali.

Curiosità dal mondo

(ISRAELE) - Un mancato pagamento di stipendi rischia di provocare, come singolare reazione, l'inizio di uno sciopero del sesso in Israele. A proclamarlo sono le mogli degli ebrei ultraortodossi che intendono così denunciare il ritardo di oltre cinque mesi nel pagamento dei salari delle inservienti dei “mikve”. Si tratta dei luoghi dove, secondo il rito ebraico, tutte le donne religiose dovrebbero compiere abluzioni rituali almeno una volta al mese per “purificarsi” e avere poi rapporti con il partner.

(GRECIA) - La polizia greca ha scoperto, all'interno di un convento di suore ortodosse, una rigogliosa piantagione di canapa indiana. Le piante, più di trenta, sono state coltivate da due misteriosi personaggi che si sarebbero offerti di lavorare gratuitamente come giardinieri.
Le monache, evidentemente poco pratiche di sostanze illegali, consideravano quelle piante al pari dei salici piangenti, dei banali “arbusti decorativi”. Le religiose ignoravano insomma che dalle infiorescenze essiccate si potesse produrre la marijuana.
Una soffiata ha però mandato in fumo il sogno dei due aspiranti giardinieri, ora ricercati. Il monastero, che si trova nel villaggio di Filiro, nei pressi di Salonicco, cerca ora nuovi volontari capaci di prendersi cura del loro giardino in maniera legale.
(AUSTRALIA) - I gatti di casa diventano sempre più simili agli esseri umani. Finora eravamo abituati a vederli fare i loro bisognini dentro le lettiere che ogni giorno dovevamo cambiare per evitare spiacevoli odori in giro per casa. Ma dall’Australia arriva una rivoluzione che cambierà per sempre la vostra vita e quella del vostro gatto. Ecco a voi il Bitter-Kwitter, il primo water per gatti! L’artefice di questa invenzione è l’australiana, Jo Lapidge. L’idea le è venuta in mente guardando il film “Ti presento i miei “, dove Mr Sfigatto era solito fare i suoi bisogni proprio nel water. Da adesso anche i nostri gattini potranno fare altrettanto. E in sole tre fasi, distinte dai colori rosso, arancione e verde. Allenare il vostro gatto a fare i bisogni nel water vi richiederà 8 settimane e tanta pazienza. Prima si mette il Litter Kwitter di fianco alla vostra abituale toilette. Dopo due settimane si dispone un cerchio rosso sul water, così che il micio faccia pipì lì dentro. Poi si passa a quello arancione e a quello verde. E il gatto, a questo punto, sarà educato a farla nel water. Il Litter Kwitter, con tanto di dvd di spiegazioni, è in vendita al prezzo di 39.99 sterline, pari a 56 euro.
(IRLANDA DEL NORD) - I mariti fannulloni nordirlandesi che non aiutano nei lavori domestici potranno essere portati in tribunale dalle mogli. Lo stabilisce il disegno di legge per la prima "carta dei diritti" dell'Irlanda del Nord, presentato alla commissaria per i diritti umani della regione, Monica McWilliams, che sarà sottoposto al voto del parlamento di Westminster. Anche in casa, la carta prevede il diritto a una pausa e a un limite ragionevole di ore lavorate. In base a questa carta, quindi, ciascun partner dovrà fare la sua parte nei lavori di casa. La legge, una delle clausole dell'accordo del Venerdì Santo, equiparerà poi le casalinghe a qualsiasi altro lavoratore e concederà loro il diritto di prendersi una pausa dai lavori domestici. "Tutti i lavoratori, inclusi coloro che lavorano in casa o in un impiego informale, hanno diritto a riposarsi, svagarsi, a fare una pausa e ad un limite ragionevole delle ore di lavoro", si legge nel documento. Secondo Austen Morgan, avvocato che ha curato gli aspetti legali del testo del Venerdì Santo, la clausola contro i "partner pigroni" potrà essere utilizzata da chiunque creda che i propri diritti siano stati violati tra le mura domestiche e "apre la possibilità per i partner separati di invocare questa legge nei casi di divorzio".
(MALESIA) - Un tempo per ingraziarseli si sacrificavano agli antenati cibo, monili e oggetti sacrificali. Oggi si porge loro anche la lingerie. Accade in Malesia dove sono state acquistate enormi quantità di reggiseno e perizoma, da offrire ai defunti durante il festival Qing Ming. Nel Paese orientale è opinione comune credere che i morti abbiano bisogno anche di biancheria intima. Secondo quanto riporta The Star, i cinesi bruciano monete false e modellini di beni materiali come frigoriferi, automobili, vestiti e scarpe, credendo che gli antenati ricevano realmente questi omaggi e li usino nell'aldilà.
(USA) - Prima ha deciso di diventare uomo, poi ha pensato di mettere al mondo un figlio. È questa l'incredibile storia di Thomas Beatie, un americano di Portland, che durante il percorso per cambiare sesso ha mantenuto gli organi riproduttivi femminili e interrompere l'uso di testosterone per poter rimanere incinta. Nonostante l'ambiente della sanità si opponesse all'inseminazione artificiale, Beatie e sua moglie diventeranno genitori a luglio. L'ex donna, ora uomo, ha deciso di raccontare la sua inedita esperienza alla rivista gay, The Advocate. Thomas ha svelato che otto anni fa decise di diventare uomo, facendosi operare e iniziando una terapia di testosterone. Nessun intervento, invece, agli organi sessuali. Nel frattempo è diventato maschio anche per la legge e ha sposato Nancy, che è diventata sua moglie. La donna, però, non poteva avere figli e quando è arrivata la conferma di ciò, Beatie ha deciso di mettere al mondo lui stesso un bambino. Le difficoltà sono state notevoli perché nessuno voleva partecipare a questo "esperimento". Così la coppia ha deciso di acquistare dello sperma in modo anonimo. Dopo un primo tentativo andato male, finalmente Thomas è rimasto incinta di una bambina.