martedì 10 ottobre 2006

Il futuro delle Comunità montane

PERUGIA – Il Gruppo consiliare della Margherita composto dal capogruppo Luigi Masci e dai consiglieri Eros Brega e Franco Tomassoni ha incontrato, nei giorni scorsi, a Palazzo Cesaroni, gli amministratori delle Comunità montane dell'Umbria ed i rispettivi sindaci. Tema dell’incontro la Riforma regionale sul riassetto territoriale delle Comunità montane.
Aprendo i lavori, il coordinatore regionale del partito Gianpiero Bocci, ha sottolineato l’urgenza di prendere decisioni definitive in materia. Per Bocci «c'è bisogno di riforme snelle e coraggiose al fine di creare un quadro più semplice rispetto all'attuale e che risponda meglio alle esigenze dei cittadini. Fare subito le riforme – sostiene il parlamentare umbro – significa creare sussidiarietà, più concorrenza nel mercato, più sinergia tra pubblico e privato e quindi, un quadro certo delle responsabilità».
Dello stesso avviso il capogruppo Luigi Masci che definisce tali riforme istituzionali «importanti obiettivi programmatici». Per il riordinamento del sistema delle Comunità montane, presente nell'ambito della legge quadro di riforma, Masci spiega che è «un processo che va a puntualizzare la missione complessiva, la strutturazione ed il numero, assicurandone la sostenibilità sotto il profilo finanziario e gestionale». Il capogruppo della Margherita, riferendosi alla proposta di emanazione della riforma da parte del suo collega di partito ed assessore alle politiche agricole Carlo Liviantoni (presente all'incontro) ha detto che «è oggetto di approfondita discussione» ed ha assicurato che «cercheremo insieme di effettuare tutti i necessari approfondimenti, le dovute riflessioni, per comprendere fino in fondo il suo valore e la sua importanza». Aprendo poi ad eventuali suggerimenti e proposte migliorative. Masci, in conclusione ha sostenuto che «c'è l'esigenza di un livello reale di governo rispetto allo sviluppo economico montano, soprattutto per i comuni non dotati di quantità di popolazione o di territorio, né di organizzazione adeguata. La Comunità montana – dice – è un vero ente locale, al quale, in base al Testo Unico sull'Ordinamento degli enti locali, si applicano i principi previsti per i Comuni. Un soggetto, quindi, con una forte autonomia e capace di governare per le sue caratteristiche istituzionali, confermate, regolate, oltre che dalla legge regionale, da uno statuto specifico». Per il personale dipendente infine, Masci prevede «il meccanismo di trasferimento sulla base del trasferimento delle funzioni».

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