È stato presentato in tutta Italia, lo scorso 25 ottobre a Perugia per quanto concerne l’Umbria, il XVI “Dossier statistico immigrazione 2006” curato da Caritas italiana, Fondazione Migrantes e Caritas diocesana di Roma. Il dossier è lo “studio-sintesi” dei dati ufficiali del Ministero dell’Interno e le stime realizzate dall’équipe di redazione del dossier stesso attraverso una serie di fonti, a partire dai Centri di ascolto delle Caritas diocesane.
Dai dati contenuti nel dossier si può vedere che la popolazione di immigrati regolari presenti nel territorio italiano è di 3.035.114 (erano 2.786.340 nello stesso periodo dello scorso anno), pari al 5,2% della popolazione, con un incremento quindi di 248.774 unità. Per quanto riguarda l’Umbria, le stime parlano di 62.141 regolari (il 7,2% della popolazione umbra) di cui 49.989 nella provincia di Perugia e 12.152 in quella di Terni. Rispetto l’anno precedente gli immigrati sono aumentati di circa 6 mila unità, erano infatti 56.385 secondo i dati del “Dossier 2005” ( 45.339 a Perugia, 11.046 a Terni).
In merito alla provincia di Perugia le comunità più numerose risultano essere quelle degli immigrati provenienti dall’Albania (7.254) seguiti dai marocchini (5.035), dai rumeni (4.093) e dagli ucraini (1973).
Per quanto riguarda il numero di immigrati stranieri nel Comune di Città della Pieve i dati forniti dall’Ufficio anagrafe, aggiornati al 31 gennaio 2005, dicono di 530 regolari, pari al 7% della popolazione. Le nazionalità più numerose sul territorio pievese sono quelle degli albanesi (163), i rumeni (65), gli originari dello Sri Lanka (54), e del Marocco (31). Particolarmente significativa è la presenza della comunià dello Sri Lanka che non è presente, in modo così numeroso, in nessuno dei comuni limitrofi.
Gli stranieri che lasciano i propri paesi d’origine per stabilirsi altrove, sono spinti, nella maggior parte dei casi, dalla volontà di migliorare la propria condizione sociale ed economica, quando non sono obbligati da governi che tendono ad opprimerli.
Come si evince anche dai dati forniti dal dossier in merito al territorio italiano e nel nostro caso umbro, la realtà della presenza degli immigrati è diversa rispetto alla percezione che spesso si ha del fenomeno: la gran parte degli stranieri presenti sul territorio lacustre ha, infatti, origini europee e fede cristiana, mentre poco meno di un terzo è la percentuale degli immigrati provenienti da nazioni islamiche.
Cercando di intrecciare le analisi del dossier con una recente ricerca dal titolo “Conoscere l’immigrato” (a cui ha collaborato anche lo Sportello Arcobaleno pievese), svolta nella zona degli otto comuni del lago Trasimeno per il periodo 2004-2005, condotta attraverso delle interviste poste a 115 immigrati residenti nei comuni del territorio lacustre (erano 19 i residenti a Città della Pieve), si capisce che tante sono le difficoltà che gli immigrati devono affrontare una volta stabilita qui la loro residenza.
A preoccupare gli stranieri è soprattutto la sfera del lavoro dove spesso ricevono un trattamento peggiore rispetto ai colleghi italiani, molti sono infatti gli immigrati impiegati nel “sommerso”, con mansioni che spesso non coincidono con il loro livello di scolarizzazione e con un basso livello retributivo. A risentire di questi svantaggi sono soprattutto le donne, secondo l’indagine, infatti, ha trovato un impiego soltanto il 46% delle intervistate contro la quasi totalità degli uomini, e anche quando le donne trovano lavoro diventa difficile gestire l’impiego in concomitanza con la cura dei figli soprattutto alla luce della mancanza di una rete familiare su cui fare affidamento.
Pochi sono poi gli immigrati intervistati (10%) che sono riusciti ad acquistare una casa, mentre la restante parte abita in case in affitto (81%), nell’abitazione del datore di lavoro (5%) o di amici (3%).
La quasi totalità degli intervistati, nonostante momenti di nostalgia verso il paese d’origine, pensa di non farvi ritorno e di continuare a vivere in Umbria.
Alla luce del costante aumento del numero di immigrati presenti su tutto il territorio italiano e di conseguenza nei comuni intorno al lago Trasimeno sono necessarie politiche che aiutino queste persone ad integrarsi al meglio vivendo nel miglior modo possibile la loro vita nel paese da cui hanno deciso di farsi “adottare”.
Un buon lavoro viene fatto proprio nel comune pievese dallo Sportello Arcobaleno (presente tra l’altro anche a Magione, Passignano e tuoro) che cerca di andare incontro e di fornire assistenza a tutte quelle problematiche che gli stranieri devono affrontare (per informazioni contattare lo Sportello Arcobaleno di Città della Pieve al numero 0578.297023.
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